Ma è meglio il panettone o il pandoro?
Puntuale come ogni anno
arriva la domanda. Il panettone e il pandoro fanno parte della tradizione del natale
e, come tutte le tradizioni, va rispettata.
Se pensate che uno dei
due vi faccia bene e l’altro male, siete fuori strada; dal punto di vista
nutrizionale non c’è una grande differenza tra i due, per cui scegliete quello
che vi piace di più. In ogni caso, sarebbe opportuno optare per le ricette originali
non arricchite da bagne alcoliche o creme che – oltre a mascherare eventuali
difetti di impasti non perfetti - aumentano la quota di zuccheri e conservanti
necessari per non fare andare a male il prodotto.
Allora che possiamo fare?
Per non sbagliare bisogna evitare di
avere gli strumenti per farlo! Evitate di riempire la dispensa di panettoni
e pandori perché potrebbero servire.
La verità è che durante le feste girano per casa tanti dolci di ogni genere ed
è difficile restarne privi, sia perché possono avanzare da un pasto sia perché
capita di riceverli in dono! Poi però
finisce sempre allo stesso modo: qualcuno in casa farà “sacrificio” di
mangiarli per non buttarli!
Quindi cominciamo col non
tenere dolciumi in casa! I mass media e i supermercati certamente non ci
aiutano proponendoci con assordante insistenza cibi ricci di zuccheri, farine
raffinate, conservanti, edulcoranti additivi… Certe volte vengono addirittura
proposti come benefici.
Quando comprerete
panettone o pandoro, assicuratevi che tra gli ingredienti non ci siano grassi
vegetali idrogenati, come la margarina, che è molto più dannosa rispetto al
burro. Se proprio dobbiamo concederci lo sfizio del dolce è bene che sia di
buona qualità, magari prodotto in modo artigianale e non a mille chilometri da
casa nostra. Accorciare la catena di produzione-trasporto-consumo è uno dei
tanti piccoli modi per inquinare meno. Se volete proprio divertirvi, però,
potete provare a farlo in casa con farina, uova, burro e acqua. Potete renderlo
meno pesante utilizzando almeno una piccola parte di farina integrale, il miele
al posto dello zucchero e in quantità minore del previsto e frutta secca ma non
caramellata.
A tavola non abbiate mai
sensi di colpa quando gustate qualcosa di buono.
Per natale, santo Stefano e
capodanno è giusto concedersi pasti liberi in piena serenità. Ricordate che non
è l’errore di una volta a farvi ingrassare ma il perseverare. Non è poco comune
iniziare a mangiare panettone a Natale e finire a Pasqua, appena in tempo per
tagliare la colomba. Ricordiamo che si tratta pur sempre di un dolce, quella categoria di alimenti di
cui andrebbe sempre evitato l’abuso.
Quando è meglio mangiare
panettone e pandoro? L’ideale sarebbe durante un pranzo che prevede delle
verdure crude e un piatto proteico (carne, uova o pesce), oppure a colazione,
pasto durante il quale gli zuccheri vengono più facilmente usati dal corpo.
Accompagnatelo sempre con frutta fresca di stagione e qualche seme oleoso
(mandorle o noci, per esempio) per rallentare l’assorbimento altrimenti rapido
degli zuccheri.
Vi propongo un gioco
adesso, provate ad intervistare i vostri amici e parenti più ‘saggi’ e chiedete
loro quali erano i dolci che mangiavano da piccoli per le feste e se già allora
arrivava il panettone milanese o il pandoro veronese. Scoprirete un mondo di
delizie, alcune magari potrebbero anche piacervi molto.
Inizio io suggerendovene
alcuni, di seguito vi propongo un elenco non esaustivo dei primi che mi sono
venuti in mente. Tenete presente che i nomi dei vari dolci potrebbero cambiare
da zona a zona o, in alcuni casi, da famiglia a famiglia.
o
il buccellato
ovvero la nostra cassateddra ( che
viene chiamata diversamente in tutta la Sicilia e spesso fatta in modi
leggermente diversi) è sostanzialmente una sorta di pasta frolla riempita di
una conserva di fichi secchi o di cedro;
o
la cubaita fatta di miele e frutta secca (come
mandorle o sesamo);
o
la pignolata: deliziose palline, di pasta
fritta, croccanti poi caramellata col miele;
o
i mustazzoli
fatti con vino cotto ed il sesamo;
o
gli sfinci: impasto morbido, che in genere contiene
patate, fritto e poi cosparso di
zucchero e cannella;
o
i cappiduzzi una pasta molto sottile che accoglie abbondante ricotta.
No, non è il caso di
gridare ‘prima i nostri dolci’, ma in una società in cui i giovanissimi preferiscono marshmallow, muffin,
donuts, cheesecake e macarons e ignorano cosa mangiavano i nonni è giusto che
non venga persa la memoria dei nostri piatti, che costituiscono parte della
nostra identità culturale.
Concludo quindi allora
augurandovi di approfittare delle vacanze natalizie per riunirvi con parenti e
amici, dai più grandi ai più piccini, per mettere le “mani in pasta” per
realizzare anche antiche ricette della tradizione proseguendo nella catena di
conoscenza.
Fare
un dolce a casa avrà diversi vantaggi. Innanzitutto potete scegliere le materie
prime per creare un prodotto di qualità, poi avrete la possibilità di
personalizzarlo rispettando il vostro gusto ed esigenze. Coinvolgendo i bambini
potrete fargli vedere com’è fatto il cibo che consumano, fargli capire che non
nasce imbustato al supermercato e che cucinare è come creare ogni volta una
piccola opera d’arte.
Quindi, panettone o
pandoro? Voi quale preferite?
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